Memento Mori: L'antidoto alla paura è l'azione
Il domani non è mai promesso e che tutto ciò che abbiamo è come agiamo oggi
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"Una vita. Solo una. Perché non corriamo verso i nostri sogni più sfrenati?" - Sconosciuto
Se si apre un qualsiasi vocabolario della lingua italiana sotto l’aggettivo “stoico” si trova questa definizione: “chi agisce con fermezza e forza d’animo di fronte alle avversità, alle difficoltà, al dolore fisico e morale”.
Non vorrei essere macabro. Forse con questa newsletter potrei perdere qualche lettore.
Ma…
Morirai.
Ad un certo punto, e non sai quando.
È un pensiero spaventoso o motivante?
Dipende da come lo guardi.
Quando ho cominciato a scrivere la storia di Ale e Ricky in Operazione farfalla, pensavo a quanti di noi ogni giorno vorrebbero tornare indietro nel tempo.
Forse per cambiare il futuro o forse perchè non si è vissuti abbastanza quel tempo.
Ed ecco perchè oggi vi voglio parlare di “Memento Mori”.
Mai sentito parlare?
Gli stoici erano soliti contemplare la morte tutto il tempo. Era il loro principale motore nella vita e la frase "memento mori" è il latino per "ricorda che morirai" o "ricorda che sei mortale".
Si perchè i nostri giorni sono contati, ed alcune volte pensiamo che questi siano infiniti. Ne avevo già parlato in Brevità della vita scritto qualche mese fa.
Cosa intendiamo quando diciamo che possiamo “morire felici”?
La rispota è una vita ben vissuta. Una vita in cui abbiamo fatto tutte le cose che volevamo fare e, si spera, abbiamo rallegrato il mondo e lasciato le cose in una forma un po' migliore rispetto a prima del nostro arrivo.
L'approccio stoico alla morte è:
“Lascia che ogni cosa che vorresti fare, dire o intendere sia come quella di una persona morente”. — Marco Aurelio
Gli stoici pensavano sempre alla morte. "Memento mori" è stato visto come qualcosa che dovrebbe essere guardato dritto in faccia e ricordarci di noi stessi ogni giorno.
Usavano la morte come una sorta di bussola verso la vita, guidandoli verso ciò che contava davvero per loro.
In effetti, meditavano sulla morte per liberarsi di parte della paura che ne derivava.
Credevano che fosse importante rinunciare al tuo amore per la vita ogni giorno, per imparare che il domani non è mai promesso e che tutto ciò che abbiamo è come agiamo oggi:
“L'uomo che ha imparato a morire ha disimparato a essere schiavo; è al di sopra di ogni potere, o almeno al di là della sua portata. Cosa significano per lui la prigione, le guardie e le porte chiuse? Ha una via d'uscita libera. C'è solo una catena che ci tiene legati, l'amore per la vita, e anche se questo non deve essere rifiutato, dovrebbe essere ridotto in modo che se le circostanze non lo richiedono nulla ci trattenga o ci impedisca di essere immediatamente pronti per qualsiasi azione sia necessaria .” — Epicuro
Il dolore, essendo una parte inevitabile della vita, non era qualcosa da negare o cercare di minimizzare, ma qualcosa da abbracciare, credeva Seneca (a cui ironicamente fu poi ordinato di suicidarsi dall'imperatore).
“Se ammetti di aver tratto grandi piaceri, il tuo dovere non è di lamentarti di ciò che ti è stato tolto, ma di ringraziare per ciò che ti è stato dato... Chi sostiene che non sia un duro colpo? Ma fa parte dell'essere umano” — Seneca
Il mio “Momento mori”
Non sono quasi morto. Ma forse non vivevo veramente il presente.
Pesavo circa 137kg, dormivo e mangiavo male. Non leggevo, non avevo nessun tipo di esperienza di vita.
Certo “facevo” cose, ma forse non le vivevo in prima persona.
Poi una sorta di “wake up call” ha cambiato il mio mood. Il mio modo di vedere le cose. Le “wake up call” sono state: notti insonne e qualche attacco di panico.
La cosa che mi stupiva di più era il sabato, quando mi svegliavo tardi e non sapevo cosa fare. Ci pensate?
Abbiamo tante opportunità ogni giorno.
Da lì sono cambiato, ho perso peso, ho cominciato a leggere, a meditare, ad informarmi ed a investire, a pensare e sognare un futuro migliore.
Sopratutto provando ad aiutare gli altri. Operazione farfalla è quasi questo viaggio. Una sorta di mia rinascita. Non sono io Ale, il protagonista di Operazione Farfalla. Ma ti assicuro che abbiamo molte cose in comune.
Anche la stessa meditazione mi aiutato molto. Provo a farlo ogni giorno.
Proprio per vivere il momento presente.
Pensate solo ad un raggio di sole in una giornata di pioggia.
La morte come motivatore di vita
“La morte è molto probabilmente la migliore invenzione della vita. È l'agente del cambiamento della vita” — Steve Jobs
"Un giorno farò" è un mito. Non c'è mai un buon momento per iniziare a vivere i tuoi sogni e le cose non saranno mai perfette, quindi puoi anche iniziare ora.
La realtà è che mentre continui ad appoggiarti a ciò che ami e mostrarti, diventa più facile. Costruisci una sorta di slancio e poi, nel tempo, puoi vedere come migliori il processo, anno dopo anno.
L'antidoto alla paura è l'azione
Se sei eccessivamente preoccupato per la morte, come lo ero io, forse c'è una ragione per questo. Forse non stai vivendo al limite e ti sei sistemato negli accoglienti confini di una zona di comfort o di uno schema abituale.
O forse si tratta solo di accettarlo emotivamente. È, come la tua ombra, che ti segue in giro tutto il tempo. La morte non se ne va mai e un giorno dovrai voltarti e affrontare la sua inevitabilità.
L'"ombra" che avevo molto temuto ora è come la mia migliore amica. Lo chiamo quando ho dei dubbi su cosa pensare, dire o fare.
Potrei non essere del tutto libero dalla paura, ma so di essere molto più pronto ogni volta che arriva il giorno.
Il mio "memento mori" potrebbe essere stata una delle cose migliori che mi sia mai capitata.
Come sempre, alla prossima
Luigi
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L’articolo più letto non è più Affila la tua lama, ma Non pensare. Che storia. Forse la meditazione sta facendo effetto.