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Oggi vi parlo di una storia che ho riletto da poco, da cui si possono trarre molti spunti di riflessione.
Conosci la storia della spada di Damocle?
Damocle era un abitante di Siracusa nel periodo della tirannia di Dionigi il Vecchio.
Damocle, invidioso della sua autorità e prestigio, adulava il tiranno per la fortuna che aveva a vivere nella sua condizione.
Dionigi era stanco di sentire Damocle di quanto esso era fortunato ad essere Re, di quanto potere potesse avere, e di cosa avrebbe potuto fare.
La leggenda narra che Damocle si lamentasse anche del continuo viso cupo di Dionigi. Del suo broncio e del poco sorridere.
Un giorno fu invitato dallo stesso Dionigi a sedere per una volta sul suo trono al suo posto nel corso dello svolgimento di un ricco banchetto.
Solo durante la cena l’adulatore si accorse di una spada sospesa nell’aria proprio sulla sua testa, legata ad un sottile crine di cavallo.
La spada era sospesa in maniera talmente precaria che poteva cadere da un momento all’altro ed ucciderlo.
Intimorito da quella minaccia, Damocle pregò subito di poter abbandonare il trono per tornare ai suoi umili panni di cortigiano.
Ma i suoi consiglieri gli negarono la possibilità di muoversi.
Durante tutto il ricco banchetto, Damocle non potè muoversi. Non era sereno, aveva una spada sulla testa, che poteva tagliargli la testa da un momento all’altro.
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Damocle viveva in una continua situazione di incertezza.
Dionigi aveva posizionato la spada in bilico sul trono per dimostrare a Damocle il rischio che si nasconde dietro al potere di un uomo in una posizione di comando.
Un tiranno, un leader o qualunque persona sia: deve guardarsi continuamente le spalle dai rivali, non sa di chi potersi fidare e vive nel timore che qualcuno possa sovvertire lo stato delle cose.
Quante volte di è accaduto di avere una spada sopra la tua testa?
O di vedere un tiranno (o un manager) imbronciato?
Oggi non esistono più tiranni che siedono su un trono e decidono le sorti di popoli interi, ma nel moderno mondo del lavoro c’è chi conquista ruoli di autorità e comando.
Manager, Politici, genitori devono fare delle scelte.
Ecco, queste persone hanno di certo una spada di Damocle che penzola sulla testa.
In pratica la spada di Damocle dimostra la doppia faccia del potere.
È la testimonianza del fatto che le vesti di chi conquista una posizione di autorità e affermazione personale non sono per nulla semplici da portare.
Ognuno di noi vive sotto una spada di Damocle, o anche più di una.
Non serve essere grandi Manager o particolari autorità per essere minacciati dal rischio, basta essere noi stessi nella nostra realtà personale e familiare.
Ci confrontiamo continuamente con gli imprevisti, per il semplice fatto che non abbiamo il controllo su tutto ciò che accade a noi e intorno a noi.
A differenza del protagonista dell’aneddoto, noi non possiamo decidere di spostarci da quel trono e toglierci dal rischio incombente che ci minaccia.
Dobbiamo sopportare l’incertezza e sperare che la spada non si stacchi e non cada mai sulla nostra testa. Detta così sembra uno scenario troppo negativo, vero?
In realtà, a differenza di come poteva scegliere di fare Damocle, noi possiamo decidere di procedere anche in un’altra maniera.
Avere una spada di damocle sulla testa blocca le nostre azioni.
Ma c’è un modo per superare l’incertezza da spada di damocle:
Corri piccoli rischi. Decidi il tuo ritmo. Esistono diversi tipi di rischi: intellettuali, finanziari, emotivi, sociali, fisici, etici e politici. Puoi cominciare con piccoli step.
Sii grato. Apri il tuo cuore a notare ciò che gli altri stanno facendo per te e promuovi un pensiero di gratitudine per ciò che hai.
Comincia in piccolo per diventare grande. Non aspettare l’idea geniale per muoverti. Comincia con il fare qualcosa, vedrai che ti sbloccherai.
Il fallimento non è la tua spada di Damocle.
Come al solito, fammi sapere cosa ne pensi.
Alla prossima
Luigi
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L’articolo più letto non è più Affila la tua lama, ma Non pensare. Che storia. Forse la meditazione sta facendo effetto.
In un mondo che ci spinge a vincere a tutti i costi abbiamo perso il "gusto" di perdere e di imparare dai nostri errori. Ci hanno fatto credere, come hai scritto in questo post, che la minaccia permanente del fallimento sia la nostra "spada di Damocle" ma non è per nulla così. Imparare consiste nell'accettare il fallimento ed "usarlo" per crescere e migliorarsi. Il modo per superare l'incertezza quindi, rimane sempre l'azione.
William Shakespeare, tra le altre cose, scriveva : “I nostri dubbi ci tradiscono, e impedendoci di affrontare la battaglia ci precludono sovente i dolci frutti della vittoria."